Pensiero Italiano
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La conoscenza può essere inverosimile
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Scienza
vegetali la privazione delle foglie non costituisca pericolo per l’incolumità del singolo esemplare. In questo campo (la botanica) riconosco la mia grande ignoranza e sono convinto che dovrei approfondire. D’altra parte dubito fortemente che precedentemente alla mietitura del raccolto i contadini facciano di queste considerazioni e che vadano a contollare in letteratura botanica quale specie è privabile dello stelo oppure no. Credo che sotto questo profilo è considerato assolutamente equivalente l’operare continuativamente con gli stessi esemplari o il piantarne di nuovi ogni anno. A questo punto la lista si ferma, perchè tutti gli altri cibi consistono nella carcassa di un organismo ucciso appositamente per essere mangiato. Il costituire cibo per un’altra specie è una realtà che vale per tutti gli animali e le piante di cui, cacciati o allevati, l’uomo si ciba e più in generale vale per tutti gli animali pluricellulari inseriti nella catena alimentare, eccetto che per quel particolare mammifero classificato come Homo sapiens sapiens, che di quella catena è il vertice sulla Terra. Infatti è dal medioevo che (almeno in Europa) non si verificano più aggressioni periodiche ai danni dell’uomo da parte di una specie animale differente (come il lupo, ad esempio). Questo perchè è da 40-30.000 anni che l’Homo sapiens sapiens ha soppiantato l’uomo di Neanderthal (comunque Homo sapiens), con l’uomo di Cro-Magnon. Questo processo, completato 10.000 anni fa, sancisce il primo insediamento in Europa dell’Homo sapiens sapiens, ovvero determina l’inizio dell’avventura della nostra specie, morfologicamente concepita così come siamo ora ed a meno dell’evoluzione intraspecifica verificatasi precedentemente (cioè si prende questo riferimento come convenzionale, perchè in realtà tutti i cambiamenti evolutivi sono più o meno graduali). Quindi si può dire che è da 9.000 anni che l’uomo combatte la lotta per l’esistenza che la natura ha determinato dall’inizio della vita su questo pianeta (3,5 miliardi di anni fa). Il fatto è che, come l’aquila, il lupo, lo squalo e una volta i dinosauri, l’uomo da 1.000 anni ha vinto questa lotta per l’esistenza, nel senso che non solo riesce a sopravvivere all’emorragia costante di vittime interspecifiche (malattie, ecc.) che caratterizza tutti gli altri viventi, ma è anche riuscito ad evitare completamente di finire pasto degli altri animali. Di conseguenza la specie umana si potrebbe appagare del dominio che ha già raggiunto ed evitare i rischi dell’aggressività intraspecifica (guerre, ecc...): ma questo forse è chiedere troppo. Ciò che voglio semplicemente far notare è la provenienza del sostentamento di ognuno di noi e
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