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Violenza domestica nell'Islam (29/09/2014)
Nel Corano ci sono vari versetti che riguardano il rapporto coniugale. Vi sono dei versetti generici che trattano uomo e donna esattamente allo stesso modo, come:
Corano, Sura XXXIII, I coalizzati, versetto 35
In verità i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l'elemosina e quelle che fanno l'elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Dio e quelle che spesso ricordano Dio, sono coloro per i quali Dio ha disposto perdono ed enorme ricompensa.
Poi c’è un versetto in cui si trattano i litigi coniugali, che è il:
Corano, Sura IV, le donne, versetto 34
Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Dio concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Dio ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Dio è altissimo, grande.
In questo versetto Dio permette ai mariti musulmani di “battere” (oggi si direbbe schiaffeggiare) le mogli di cui si nota l’insubordinazione. Intanto vorrei premettere che secondo me molti musulmani interpretano male questo versetto, immaginando che sia un “minimo” e non un “massimo”. Insomma l’interpretano nel senso che Dio ordinerebbe di picchiare sempre le mogli o peggio. Invece per me esprime un “massimo” e non un “minimo”, per cui Dio direbbe che dopo 10 anni di litigi è lecito per un marito musulmano schiaffeggiare la propria moglie (una volta ogni 6 mesi per intenderci) e che quando succede quella notte è vietato fare sesso ed è consigliabile dormire in letti separati (se ci sono).
Inoltre se la moglie si calmasse dopo questi vertici di litigio e non “attaccasse” più, anche il marito avrebbe il dovere di smettere di alzare la mano contro la propria consorte e
La conoscenza può essere inverosimile
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