Pensiero Italiano
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La conoscenza può essere inverosimile
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Scienza
riconoscere che, se così si può dire, nessuno di noi si può dire “un innocente”, assolutamente nessuno. Certo, fare questi ragionamenti in un mondo in cui metà della popolazione muore perchè mangia troppo e l’altra metà perchè non mangia affatto può sembrare inconcludente, ma a mio avviso si può trovare un punto di contatto. Infatti nella polarizzazione Nord-Sud che sta emergendo prepotente dopo quella Est-Ovest è evidente una accusa di tipo morale da parte delle popolazioni povere del sud a quelle ricche del nord e quindi si stà imponendo l’equazione ricco = cattivo e, di contro, povero = buono. A parte ovvie considerazioni sul cambiamento di categoria che la permeabilità sociale che il mondo moderno permette, la mia domanda è la seguente: è possibile continuare ad usare le categorie morali di cui sopra alla luce della considerazione che quella dell’uomo sulla terra è una civiltà fondata sull’assassinio? E d’altra parte, è possibile concepire un civiltà che non sia fondata sull’assassinio? Credo che guardare la questione Nord-Sud in un quadro più ampio, quale quello “alimentare” ora esposto, renda più rilevabili e chiari i rapporti interni, insomma renda più trattabile una questione che posta nei termini precedenti risulta troppo stilizzata. La morale consiste nella considerazione che, a mio avviso, solo un pensiero che ponga “nella stessa barca” i contendenti (nord e sud) e li faccia rinunciare alla presunzione di “purezza” e “giustizia” propria (“lasciare morire di fame la gente è un’infamia” e “per ottenere quello che abbiamo si è faticato, e voi?”), insomma un pensiero che tagli le gambe al fondamentalismo di qualunque matrice, può fungere da supporto ai rapporti tra gli uomini di buona volontà. Obbiettivo prioritario sarebbe quindi quello di far guardare in faccia la realtà della attuale impossibilità di evitare l’assassinio delle altre forme di vita come base alla vita dell’uomo. Il punto è che, se si può estendere il giudizio morale alla sfera dei viventi, le uniche forme viventi moralmente non condannabili sono le piante e gli animali che si cibano di carogne, come gli avvoltoi e gli sciacalli. Tutti gli altri sono chi più chi meno degli assassini interspecifici. Anche volendo, non si può scappare (per gli animali e quindi anche per l’uomo) a questa legge (almeno conducendo un’esistenza “naturale”, a meno dell’apporto della tecnologia). Anche i vegetariani, infatti, non fanno che allargare la distanza interspecifica tra assassino ed assassinato, ma non risolvono affatto il problema. Anzi, a mio avviso, sono peggio di quelli che, quanto meno, non fanno finta di essere meglio degli altri. Questo perchè anche una singola spiga di grano finchè non